L’ESTA è necessaria ai viaggiatori italiani che desiderano recarsi per un periodo limitato di tempo negli USA, per turismo o affari. Nella stragrande parte dei casi, l’autorizzazione è rilasciata entro pochi minuti dopo la sua richiesta. Però, in rari casi potrebbe succedere che l’ESTA sia negato. Cosa fare in questi casi? Niente panico, scopriamo adesso come porre rimedio alla situazione.
ESTA negato: cosa fare?
In caso il modulo ESTA sia respinto, il richiedente ha solo un metodo per ottenere l’autorizzazione d’ingresso negli Stati Uniti: richiedere in visto all’ambasciata o al consolato degli Stati Uniti più vicino alla propria città.
Inoltre, il sistema online che rilascia le autorizzazioni di viaggio, non fornisce alcuna motivazione nel caso in cui una richiesta sia negata. Il modulo ESTA ha un link al server del Department of Homeland Security, il Travel Redress Inquiry Program (TRIP) per casi come questi, ma questo reparto non garantisce soluzioni riguardo l’idoneità al Visa Waiver Program.
L’ESTA negato e i casi dei viaggi d’urgenza
Anche in caso di viaggi d’urgenza, l’ESTA non potrà essere rilasciato se si è stati considerati non idonei. Le autorità americane non possono garantiscono appuntamenti con scadenza breve alle ambasciate o consolati. Per cui è auspicabile richiedere il documento di viaggio prima di pagare il biglietto aereo o l’alloggio negli USA.
Se dovesse accadere un caso come questo, la cosa migliore da fare è rivolgersi quanto prima all’ambasciata americana, anziché riprovare a richiedere il modulo ESTA. Infatti, è impossibile che il sistema approvi l’autorizzazione se questa è stata previamente rifiutata. Inoltre, semmai dovesse dare l’autorizzazione, il CBP rileverà il problema al varco della frontiera e potrebbe respingere il vostro ingresso (succederà con ogni probabilità).
Ricordati che rispondere ad una domanda del modulo o dichiarare in falso è considerato un reato negli USA. Questo potrebbe portare a non essere mai più considerati idonei all’ingresso negli Stati Uniti. Quindi, raccomandiamo massima trasparenza e serietà nel rispondere alle domande del modulo ESTA.
Esempio: Federico
Federico negli ultimi anni ha viaggiato spessissimo negli Stati Uniti, in particolare a New Orleans, dove ha trovato l’amore e sta per iniziare una nuova attività imprenditoriale. Infatti, lui è molto vicino all’apertura di un ristorante di cucina italiana in questa città particolarmente affascinante.
Il suo status immigratorio è in una sorta di limbo, poiché grazie all’investimento economico che ha fatto ha richiesto un visto di lavoro che prevede la residenza, non ancora approvato però.
Nell’attesa del visto in Italia, Federico ha richiesto una ESTA per recarsi a New Orleans, la quale è stata negata.
Federico vive a Milano e su consiglio del nostro servizio al cliente si è quindi recato al consolato USA della sua città, dove è stato informato che avrebbe dovuto attendere in Italia l’esito della sua richiesta di visto di lavoro pima di potersi recare nuovamente negli Stati Uniti.
Così ha fatto, e dopo circa 4 settimane il nostro protagonista ha finalmente ricevuto il suo visto approvato. Visto che gli ha aperto le porte ad un futuro nuovo ed eccitante nella sua amata Luisiana.
Esempio 2: Thelma
Thelma ha 25 anni ed è di nazionalità irlandese. Circa 3 anni fa, ha prolungato il suo viaggio a New York di diversi mesi. Infatti, dopo essersi perdutamente innamorata della città, Thelma ha iniziato un lavoro da barista presso un pub irlandese ed è rimasta a New York per circa 6 mesi con un’ESTA.
Come è ben noto, l’ESTA permette un soggiorno massimo di 90 giorni e non contempla il permesso di svolgere alcuna attività lavorativa remunerata su base mensile.
Dunque, circa 4 mesi fa Thelma, con l’intenzione di visitare alcuni vecchi amici nella Grande Mela, ha richiesto una nuova ESTA.
Come era prevedibile l’ESTA le è stato negato. Tralasciando infatti il fatto che Thelma abbia lavorato (le autorità di immigrazione possono non essere al corrente di ciò), di sicuro l’immigrazione USA ha registrato l’uscita dal paese di Thelma e constatato che lei ha infranto le leggi immigratorie, permanendo su suolo americano per ben 6 mesi invece de 3 massimi concessi.
Finalmente, l’unica opzione che resta a Thelma è di rivolgersi all’ambasciata USA a lei più vicina e richiedere un visto di soggiorno, che nel suo caso sarà particolarmente difficile da ottenere.